«Lo storytelling non è niente di nuovo – è uno strumento con il quale tutti siamo cresciuti: le storie raccontate in cerchio attorno a un falò, le favole della buonanotte, gli aneddoti condivisi nei momenti conviviali ne sono solo un esempio» sostiene Dan Sommer, Senior Director, Global Market Intelligence di Qlik. «In un mondo sovraccarico di informazioni, lo storytelling è più importante che mai. Associare dei dati a una storia rappresenta un’opportunità per creare una connessione emotiva con i fatti – il che è molto meglio rispetto a tenere le due cose sconnesse”. Questo risulta particolarmente efficace quando hai un collegamento diretto tra i dati originali e la loro visualizzazione. Se ti puoi muovere facilmente con il supporto dei dati lungo l’intera catena di distribuzione, ne guadagni in termini di fiducia e agilità». A questo proposito Qlik, in collaborazione con BARC e Cognizant, ha promosso una ricerca, per indagare sulle modalità con cui le aziende di tutto il mondo si stanno approcciando al data storytelling.
Secondo la ricerca, un’azienda su dieci utilizza il data storytelling regolarmente, con un ulteriore 15% che sta iniziando a considerare i vantaggi del raccontare storie attraverso i dati. Tra le realtà che stanno usando il data storytelling, la maggior parte utilizza ancora i software di presentazione (73%), mentre più della metà si avvale di Excel (54%) – nonostante questo manchi di strumenti per l’analisi visiva. Desta curiosità il fatto che, fino ad ora, la caratteristica per cui il data storytelling viene principalmente utilizzato è la data visualization (61%).
Lo studio, che ha coinvolto 250 persone in tutta Europa, mostra i vantaggi del data storytelling, con circa tre quarti degli intervistati (74%) che dichiara di generare ricavi, aumentando il volume di affari della propria azienda attraverso nuove offerte o l’apertura verso nuovi mercati. Allo stesso tempo, quasi un quinto, ha dichiarato di utilizzare lo storytelling per ottenere un vantaggio competitivo, mentre l’85% riesce ad ottimizzare l’allocazione delle risorse attraverso di esso.
La ricerca ha poi cercato di capire chi, all’interno delle aziende, utilizza il data storytelling. Questo strumento purtroppo è ancora considerato come uno strumento riservato agli specialisti dei dati – solo il 23% dei dipendenti a livello manageriale e il 12% degli utilizzatori di dati occasionali ne stanno facendo uso. A ruota arrivano finance e controllo di gestione: quasi la metà (46%) dei nostri data storyteller proviene infatti da questi dipartimenti. La ragione sta proprio nel fatto che, per mansione, questi team devono creare report in grado di informare l’amministrazione sullo stato attuale dell’azienda, per essere d’aiuto nelle decisioni.
Ottenere spunti dai dati sta diventando sempre più cruciale tra le imprese. Il sondaggio ha mostrato che la classica BI viene utilizzata in quasi tutte le aziende (95%), e il 95% di esse lo impiega per l’attività di reportistica. Tra coloro che stanno pensando di iniziare a utilizzare le tecniche di data storytelling, la maggior parte vorrebbe partire al più presto – entro i prossimi 12 mesi. Dato confermato dal fatto che quasi la metà dei rispondenti ha mostrato la necessità di una maggior agilità all’interno della struttura aziendale.
«La narrazione e il data storytelling – insieme alla visual analytics – sono le più importanti modalità per comunicare i risultati analitici ma, all’interno delle aziende, sono ancora troppe poche le persone che hanno gli strumenti per utilizzarli efficacemente» conclude Karthik Krishnamurthy, SVP e Global Head di Cognizant Digital Business – Practices. «I cambiamenti comportamentali nel processo decisionale sono alimentati da evidenze che si basano sulle informazioni tratte dai dati, e le imprese non sfrutteranno le analytics in tutto il loro pontenziale fino a quando altre persone ne comprenderanno le intuizioni e agiranno di conseguenza. Noi, quindi, invitiamo tutte le aziende a formare i propri dipendenti, di qualsiasi ruolo, inseganndo loro a narrare efficaci racconti comprovati da dati, che avranno risonanza e produrranno un cambiamento».