10-07-2018
Piccolo, medio, grande. La dimensione del retailer non è determinante. La tecnologia RFID comporta indubbi benefici in ogni situazione. La conferma arriva da nuove ricerche sul campo, come quella portata a termine da Adrian Beck, professore dell'Università di Leicester, che ha misurato per Checkpoint Systems l'impatto della tecnologia RFID nel Retail, attraverso lo studio di 10 case history di abbigliamento che hanno investito su questa tecnologia.
I risultati della ricerca sono lampanti. Gli intervistati hanno riconosciuto il ruolo dell'RFID nell'ottimizzazione dello stock - l'inventario ha registrato un miglioramento nell'accuratezza dal 65% - 75% al 93% - 99% - e nell'incremento delle vendite, comprese tra 1,5% e 5,5%. Ma è l'intero sistema-negozio a beneficiarne: un buon controllo dello stock significa dover praticare minori politiche di ribassi.
Anche sul fronte del costo del lavoro, i risultati sono lusinghieri, poiché il personale impiega meno ore a verificare e gestire lo stock. Il ritorno sull'investimento è praticamente certo. Le 10 case history studiate hanno infatti affermato di aver raggiunto il ROI prefissato e di aver trovato nella tecnologia RFID un fattore chiave per poter offrire al cliente un'esperienza omni-channel, fondamentale per la vendita al dettaglio ai giorni nostri.
Un'altra significativa conferma arriva dall'esperienza di Myer, il più grande gruppo di grandi magazzini in Australia, che dovendo arginare significativi ammanchi inventariali di prodotti Apple, ha decisodi investire in soluzioni di prevenzione basate sulla tecnologia RFID.
Grazie al contributo e all’assistenza di Checkpoint Systems, Myer ha implementato la tecnologia RFID con un intervento che ha comportato l'applicazione di etichette RFID su tutti i prodotti Apple: ogni prodotto viene codificato in modo univoco nell'inventario e, una volta venduto, viene automaticamente depennato dalle scorte grazie all'ausilio di un lettore RFID che comunica con il software Checkpoint Systems. Ciò garantisce l'accuratezza dell'inventario giornaliero quasi al 100% e le ammanchi d'inventario hanno registrato una riduzione significativa (80); mentre le ore lavoro destinate allo stoccaggio sono scese da quasi 3 ore a soli 15 minuti al giorno.
I risultati della ricerca sono lampanti. Gli intervistati hanno riconosciuto il ruolo dell'RFID nell'ottimizzazione dello stock - l'inventario ha registrato un miglioramento nell'accuratezza dal 65% - 75% al 93% - 99% - e nell'incremento delle vendite, comprese tra 1,5% e 5,5%. Ma è l'intero sistema-negozio a beneficiarne: un buon controllo dello stock significa dover praticare minori politiche di ribassi.
Anche sul fronte del costo del lavoro, i risultati sono lusinghieri, poiché il personale impiega meno ore a verificare e gestire lo stock. Il ritorno sull'investimento è praticamente certo. Le 10 case history studiate hanno infatti affermato di aver raggiunto il ROI prefissato e di aver trovato nella tecnologia RFID un fattore chiave per poter offrire al cliente un'esperienza omni-channel, fondamentale per la vendita al dettaglio ai giorni nostri.
Un'altra significativa conferma arriva dall'esperienza di Myer, il più grande gruppo di grandi magazzini in Australia, che dovendo arginare significativi ammanchi inventariali di prodotti Apple, ha decisodi investire in soluzioni di prevenzione basate sulla tecnologia RFID.
Grazie al contributo e all’assistenza di Checkpoint Systems, Myer ha implementato la tecnologia RFID con un intervento che ha comportato l'applicazione di etichette RFID su tutti i prodotti Apple: ogni prodotto viene codificato in modo univoco nell'inventario e, una volta venduto, viene automaticamente depennato dalle scorte grazie all'ausilio di un lettore RFID che comunica con il software Checkpoint Systems. Ciò garantisce l'accuratezza dell'inventario giornaliero quasi al 100% e le ammanchi d'inventario hanno registrato una riduzione significativa (80); mentre le ore lavoro destinate allo stoccaggio sono scese da quasi 3 ore a soli 15 minuti al giorno.
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01/07/2015