05-07-2023
L'Università di Parma, insieme a Murata ID Solutions e Zebra Technologies, ha presentato i risultati di un recente progetto di ricerca relativo alla sostenibilità della tecnologia RFID. Nel corso di un convegno i ricercatori hanno spiegato come le tecnologie IoT e RFID permettano di affrontare le sfide che oggi interessano le supply chain healthcare e pharma garantendo allo stesso tempo un impatto ambientale positivo.
Con l'ausilio di questi dati, il team di ricerca ha generato e validato due nuovi modelli di analisi progettati per valutare l'impatto ambientale della tecnologia. Entrambi i modelli sono basati sulla metodologia LCA (Life Cycle Assessment), che prende in considerazione tutte le fasi del ciclo di vita di un prodotto, smaltimento finale compreso. Il primo modello LCA quantifica l'impatto ambientale generato dalla produzione e implementazione di prodotti RFID. Il secondo modello LCA esamina come qualsiasi variazione imputabile direttamente all'implementazione della tecnologia RFID contribuisca a ridurre le emissioni di gas serra (carbon footprint) del processo o del sistema preso in considerazione. In queste applicazioni, l'azienda operante nel settore farmaceutico ha applicato un tag RFID sulle scatole e pallet di prodotti, mentre quella operante nel settore ospedaliero ha eseguito il tracciamento delle apparecchiature medicali. In entrambi i casi, i due modelli LCA hanno consentito all'RFID Lab dell’Università di Parma di calcolare con precisione l'impatto ambientale di ciascuna implementazione e di dimostrare la riduzione complessiva delle emissioni di CO2.
I vantaggi della RFID
La diffusione della tecnologia RFID (Radio Frequency Identification) lungo tutta la catena di fornitura, dalla produzione alla distribuzione, procede a ritmo sostenuto. La capacità dell’RFID di fornire una visibilità in tempo reale dell’intera supply chain può contribuire a migliorare l’accuratezza dell'inventario, aumentare la produttività e ottimizzare la gestione delle scorte. Nel caso delle industrie farmaceutiche e ospedaliere, essa può anche aiutare a ridurre gli sprechi, sia attraverso il tracciamento dei principali asset sia mediante il monitoraggio preciso delle date di scadenza.
L'impatto ambientale
Mentre il ritorno economico delle implementazioni RFID è spesso oggetto di analisi dettagliate, ad oggi sono pochi gli studi che valutano l’impatto ambientale della tecnologia. Poiché la sostenibilità non è più solamente una considerazione, ma una reale necessità, è di fondamentale importanza comprendere se la tecnologia possa contribuire a supportare iniziative eco-sostenibili. Sebbene le verifiche iniziali suggeriscano che la tecnologia RFID sia effettivamente in grado di migliorare la sostenibilità dei processi, la possibilità di dimostrare questa ipotesi concretamente potrebbe rivelarsi un elemento determinante per favorirne ulteriormente la diffusione. Durante la prima presentazione della giornata del convegno, il prof. Antonio Rizzi e il prof. Giuseppe Vignali dell'Università di Parma, insieme al prof. Bahar Aliakbarian della Michigan State University hanno spiegato in maniera dettagliata le modalità che hanno permesso di conseguire questo obiettivo.
Lo studio
In collaborazione con la Michigan State University, il team dell'RFID Lab dell'Università di Parma ha sviluppato una metodologia per determinare se l’impiego della tecnologia in una determinata applicazione risulti giustificabile sotto l'aspetto della sostenibilità. La base di questo studio era costituita da un'analisi comparativa che ha valutato il costo ambientale di un progetto RFID (in termini di anidride carbonica prodotta) rispetto ai risparmi ottenibili utilizzando una tale soluzione. Nel corso dello studio, sono stati analizzati i dati ricavati da due implementazioni reali, la prima relativa a un’azienda operante nel settore ospedaliero e la seconda attinente a un’azienda attiva in campo farmaceutico.Con l'ausilio di questi dati, il team di ricerca ha generato e validato due nuovi modelli di analisi progettati per valutare l'impatto ambientale della tecnologia. Entrambi i modelli sono basati sulla metodologia LCA (Life Cycle Assessment), che prende in considerazione tutte le fasi del ciclo di vita di un prodotto, smaltimento finale compreso. Il primo modello LCA quantifica l'impatto ambientale generato dalla produzione e implementazione di prodotti RFID. Il secondo modello LCA esamina come qualsiasi variazione imputabile direttamente all'implementazione della tecnologia RFID contribuisca a ridurre le emissioni di gas serra (carbon footprint) del processo o del sistema preso in considerazione. In queste applicazioni, l'azienda operante nel settore farmaceutico ha applicato un tag RFID sulle scatole e pallet di prodotti, mentre quella operante nel settore ospedaliero ha eseguito il tracciamento delle apparecchiature medicali. In entrambi i casi, i due modelli LCA hanno consentito all'RFID Lab dell’Università di Parma di calcolare con precisione l'impatto ambientale di ciascuna implementazione e di dimostrare la riduzione complessiva delle emissioni di CO2.
Il tool
I due metodi sviluppati dall'Università di Parma e dai suoi partner sono stati utilizzati per mettere a punto un nuovo tool per misurare la sostenibilità, denominato E-ROI (Environmental Return of Investment). L'utilizzo di questo tool consente di analizzare l'impatto globale della tecnologia e dimostrare il suo effetto sulle emissioni di anidride carbonica utilizzando dati reali e quantificabili. Da sempre Murata ID Solutions è stata in grado di fornire una valutazione completa dell'implementazione della tecnologia RFID, utile per determinare la fattibilità e il ritorno economico dell'investimento. Ora, grazie al supporto di questa ricerca accademica, Murata può anche aiutare le aziende a determinare l’impatto ambientale.Dopo la prima sessione, nelle due presentazioni seguenti tenute da esperti del mondo industriale e accademico, sono stati esaminati altri aspetti chiave delle tecnologie RFID e IoT. Nella seconda presentazione della giornata, tenuta dal prof. Carlo Rafele (Politecnico di Torino), Diego Lauritano (IRCCS Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna) e Wayne Miller (Zebra Technologies), sono state descritte le modalità da seguire per migliorare la logistica delle strutture ospedaliere. Nel corso della presentazione sono state analizzate non solo le potenziali problematiche da affrontare, ma sono stati anche presentati casi di studio reali, descritte le migliori procedure adottate e individuate le aree suscettibili di miglioramento. Nella presentazione finale, esperti di Murata ID Solutions, Eurodifarm, PHSE e Consorzio Dafne hanno esaminato come affrontare la digitalizzazione delle catene di fornitura. L’esame incrociato dei processi “end to end” della supply chain del pharma ha evidenziato come gli sviluppi nei settori RFID e IoT possano essere sfruttati per aumentare i livelli di tracciabilità, visibilità e sostenibilità, oltre a fornire un’analisi dettagliata delle attuali applicazioni.
A conclusione del convegno, i partecipanti sono stati invitati ad assistere a dimostrazioni dal vivo delle soluzioni RFID e IoT di Murata e Zebra Technologies, che hanno permesso di “toccare con mano” diverse implementazioni e i vantaggi che possono derivare dalla loro adozione.
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