29-10-2012
A cura di Cecilia Biondi
A cura di Cecilia Biondi
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Per parlare di mobilità professionale, oggi, bisogna
prenderla alla lontana. Bisogna cioè cominciare
da una serie di informazioni di contorno, su
ciò che è diventato oggi il mondo dell'informatica e delle
telecomunicazioni. Innanzitutto, secondo rilevazioni Ericsson,
il tasso di penetrazione della telefonia mobile ha raggiunto
l’89% a livello mondiale e il 129% in Europa occidentale. Le
sottoscrizioni alla telefonia mobile si attestano a 6,3 miliardi,
mentre quelle alla banda larga mobile hanno raggiunto quota
1,2 miliardi, con un incremento del 60% anno su anno.
Questo secondo il “Traffic and Market Report” recentemente
rilasciato da Ericsson, secondo il quale la mobilità è diventata
una tendenza ormai consolidata, guidata dal bisogno delle
persone di essere connesse sempre e ovunque e dall’utilizzo
di video, servizi cloud e Internet.
Altro trend distintivo dell’evoluzione del mercato delle comunicazioni è la continua crescita del traffico dati mobile – è raddoppiato tra il secondo trimestre 2011 e il secondo trimestre 2012 – trainato dai contenuti video fruiti sempre più spesso in mobilità attraverso gli smartphone, che rappresentano il 40% del totale dei telefoni cellulari acquistati nel secondo trimestre 2012.
Dal canto loro i tablet PC seguono a ruota. Secondo le indagini Sirmi sul mercato ICT, circoscritte all'ambito PC client, i tablet sono l'eccezione d'oro in un mercato informatico in calo da tempo. Nel IV trimestre 2011, per esempio, si è riscontrato un sostanziale calo a due cifre, sia in termini di volumi (-19,2%) sia di fatturato (-11,7%); tutte le componenti del comparto decrescono, con il picco negativo registrato dai prodotti Netbook, che subiscono un calo che si avvicina al -70%.
Ma il dato negativo sui Netbook è sempre correlato alla dilagante diffusione dei Tablet, una categoria di prodotti che include sia i Notebook con touchscreen, già presenti in passato, sia i Tablet propriamente detti (o slate). In termini unitari, i Tablet raggiungono una crescita anno su anno che si avvicina al 100%, con 533mila unità consegnate, mentre in termini di fatturato la crescita è dell’85% circa. In complesso nel 2011 sono stati venduti oltre un milione di tablet PC, in crescita del 156% rispetto all'anno precedente.
La tendenza si conferma anche per quest'anno: nel secondo trimestre del 2012, sempre secondo Sirmi, quasi tutte le tipologie di prodotto registrano un trend negativo, fatta eccezione per i Tablet, che consolidano l’andamento positivo con una crescita delle consegne del 90% circa, e per i Notebook Professionali, che crescono, seppure in misura minore (+6%).
Il fatto che tutti noi abbiamo in mano uno smartphone e la stragrande maggioranza di noi un tablet, è molto importante anche in relazione alla mobilità professionale, perché può avere due significati. Primo, che si tende sempre più, come si è sempre fatto dopotutto, a cercare di utilizzare questo tipo di strumenti anche per applicazioni professionali, dove possono offrire dei vantaggi come la facilità d'uso o la velocità della connessione (si vedano in particolare le case history proposte dal Politecnico di Milano).
Secondo, e molto più signifativo, che la mobilità professionale si ispira sempre di più a questi modelli e a queste funzioni, per offrire strumenti che pur soddisfacendo le esigenze tipiche del mondo business (robustezza in primis), siano in grado di incontrare sempre di più i gusti delle persone. L'ultima parte di questo articolo lo dimostra, con le uscite degli ultimi mesi davvero splendide come design e gradevolezza d'aspetto, ma senza sconti sulla robustezza.
Allora da un lato vedremo mobile computer sempre più simili a smartphone o a tablet, dall'altro si assiste ad un successo crescente da parte di certi tablet iperrobusti e di nicchia, presenti da tempo sul mercato, ma che improvvisamente si riscoprono essere "all'ultima moda". Ma non solo per una questione di look: il successo di questi terminali sta anche nel fatto che consentono un'ottimizzazione degli investimenti in software. Nel loro formato standard, infatti, gli applicativi sono tipicamente scritti per lo schermo del PC, ma poi bisogna effettuare un lavoro ulteriore per adattarli allo schermo più piccolo del palmare. Invece, utilizzando uno schermo più grande, qualunque applicativo già esistente in azienda può diventare subito "mobile".
IL MERCATO NEW TABLET & APPS secondo gli Osservatori del Politecnico di Milano
Il Politecnico rivolge il suo sguardo a tutto il mondo della mobilità professionale, e questo probabilmente è il modo giusto di considerare la questione. Tra l'altro, nell'indagine presentata a giugno 2012, "Osservatorio New Tablet & Business Application" (introdotta da Andrea Rangone, autori Paolo A. Catti e Christian Mondini; il report completo è previsto in uscita questo autunno), rientra anche un aspetto importante, che è quello della diffusione delle App e relativi Store, un veicolo importante di coinvolgimento delle persone, siano essi consumatori o professionisti. Ma soprattutto, l'orientamento della ricerca è anche rivolto alla capacità o alla volontà di investimento da parte delle aziende, un punto particolarmente sensibile dato l'attuale scenario di rallentamento economico. Come affermato nell'introduzione alla ricerca distribuita a giugno, non è solo "moda", ma un concreto fenomeno innovativo che impatta anche sulle priorità con cui sono definiti gli investimenti in ICT delle imprese italiane: per circa due CIO su tre le priorità di investimento nelle soluzioni di Mobile Business sono aumentate con l'avvento dei New Tablet; per un CIO su tre la Mobility è una "top priority" già da quest'anno, mentre lo sarà addirittura per uno su due nel prossimo. E anche i budget ICT destinati alla Mobility ne risentono e sembrano immuni dai tagli alla spesa assai diffusi in questo periodo: nel 50% rimarranno costanti, mentre per l'altro 50% sono addirittura previsti in aumento.
Tornando al punto centrale della ricerca, che ha coinvolto oltre 230 CIO di principali aziende italiane, questa ha dato in sintesi i seguenti risultati. Oltre la metà degli intervistati ha già introdotto dispositivi New Tablet; tra coloro che non hanno ancora adottato i New Tablet, la maggioranza si dimostra intenzionata a introdurli. Per quali applicazioni? Ora, in relazione alle figure professionali dotate di dispositivi New Tablet, la Ricerca 2012 conferma quanto già emerso nello studio del Politecnico pubblicato l'anno precedente. Gli Executive & C-Level nella maggioranza dei casi (65%) utilizzano già questi dispositivi (55% nel 2011); il 29% del personale di vendita li utilizza (rispetto al 17% del 2011), e ancora di più è destinato a riceverli nel futuro; tra i manutentori, solo il 13% utilizza un new tablet, un dato previsto in lieve crescita, anche se tuttavia lo stesso numero di CIO rispetto al 2011 ritiene che i new tablet non siano adatti a queste figure professionali. Uguale la situazione dei trasportatori, che li utilizzano poco: solo l'8%, e solo il 19% li riceveranno in futuro, ma anche in questo caso la maggior parte dei CIO non credono che siano lo strumento adatto all'uso. Se consideriamo, invece, gli indici della sostituzione dei tablet su altri strumenti, l'effetto sostituzione nel complesso si è ridotto rispetto al 2011, in particolare per le fasce del personale di vendita, dei manutentori e dei trasportatori, cosa che probabilmente denota una crescita di consapevolezza sull'utilizzabilità di questi strumenti.
Secondo i ricercatori del Politecnico di Milano, insomma, una fascia generosa di Executive & C-Level hanno già o avranno sicuramente un tablet nel proprio parco di device, e questo sarà vero anche per la categoria del personale di vendita. Per quanto riguarda manutentori e trasportatori, l'accelerazione tra 2011 e 2012 risulta meno evidente e questo andamento probabilmente dipende dal fatto che questo tipo di mercato non è in grado di offrire dispositivi capaci di rispondere concretamente alle esigenze di robustezza e usabilità in condizioni di utilizzo "estreme".
La battaglia dei sistemi operativi
Un aspetto particolarmente interessante è quello dei sistemi operativi, per due ragioni, sempre secondo questa fonte: sia per scegliere il dispositivo migliore per i vari utenti, sia per restare aperti al fenomeno del Bring Your Own Device, un fenomeno molto promettente anche come evoluzione nel futuro. Cioè, proprio per rimanere aperte a più possibilità applicative, le aziende sono sempre più disposte ad integrare soluzioni basate su sistemi operativi diversi. La "battaglia dei Sistemi Operativi" sui New Tablet riguarda essenzialmente i seguenti ambienti: iOS di Apple, QNX di RIM-Blackberry, Android di Google e Windows di Microsoft. Sull'evoluzione per i prossimi anni, nota nostra, le opinioni sono innumerevoli; sui vantaggi dei sistemi gli uni rispetto agli altri, apriremmo un mondo troppo vasto per queste pagine. Limitiamo a cercare di capire, in breve, se esistono dei motivi intrinseci per scegliere, per esempio, Windows rispetto ad Android. «Molto semplicemente, Android nasce come concorrente di Windows; è stato scritto da Google per entrare in competizione con Microsoft» ci spiega Walter Roffinoli, di BSS Extend. «Oggi di fatto è il sistema emergente per i dispositivi consumer, e così facendo ha messo in ombra altri sistemi tipici dei piccoli palmari o telefonini, come per esempio Symbian. Oggi tutti gli ambienti professionali scelgono ancora Windows, perché è quello che dà maggiori garanzie soprattutto in termini di portabilità delle applicazioni: se l'utente ha già un applicativo basato su Windows, costerà meno replicarlo su un altro dispositivo Windows, che non riscriverlo in Android. Ad oggi quindi Android non riscuote generalmente l'interesse del mondo industriale; per il futuro, non si può dire in quale direzione evolverà il mercato, ma ad oggi di certo i clienti professionali fanno ancora altri tipi di valutazioni. Vi è solo un'eccezione: il caso in cui si decida comunque di usare un prodotto consumer, proprio per limitare l'investimento iniziale, e provare sul campo una nuova applicazione. In quel caso, se il prodotto serve solo per cominciare a raccogliere determinate informazioni, forse allora conviene avere un'applicazione scritta direttamente su Android. In questo senso Android e i palmari di tipo consumer sono i benvenuti nel nostro mercato, perché sono degli "apri-porta" per applicazioni nuove che prima era difficile anche immaginare. Con il tempo sarà l'utente stesso a capire se il prodotto consumer è quello giusto o se forse è meglio passare a prodotti professionali, che offrono le stesse caratteristiche di leggibilità ed ergonomia, ma con la robustezza necessaria quando si tratta di lavorare».
Bring Your Own Device
Ancora la ricerca del Politecnico offre un quadro dettagliato del paradigma BYOD, uno dei fenomeni più interessanti dei tempi nostri. In pratica questo prevede la possibilità per l'utente di utilizzare, per le proprie attività lavorative, dispositivi mobili che lui stesso ha scelto, acquistandoli autonomamente oppure facendoli comprare dall'azienda. È un fenomeno ancora piuttosto limitato, ma decisamente in crescita, quindi da tenere seriamente in considerazione. In particolare questo fenomeno può essere descritto con diverse accezioni, così sintetizzabili:
- la modalità di scelta del dispositivo: a cura del dipendente o dell'azienda,
- la modalità di acquisto del dispositivo: a cura del dipendente o dell'azienda.
Analizzando in modo congiunto questi due assi emergono quattro modelli di adozione fra loro molto diversi:
- Take Only My Device: la scelta e l'acquisto del dispositivo vengono effettuati direttamente ed esclusivamente dall'azienda.
- Bring Only The Device I Choose for You: il dispositivo è scelto dall'azienda ma è acquistato dal dipendente, con o senza contributo aziendale.
- Choose Your Own Device: il dispositivo è scelto dal dipendente, ma è acquistato dall'azienda. - Bring Your Own Device: il dipendente sceglie e acquista il dispositivo in autonomia.
È evidente che, soprattutto nell'ultimo caso, questa tendenza pone alle aziende delle sfide notevoli innanzitutto in termini di integrazione con il sistema informativo centrale, e subito dopo, in termini di sicurezza dei dati aziendali. Dall'altra parte il beneficio c'è e si può individuare non solo nella maggior produttività da sempre legata comunque al mondo della mobilità informatica, ma anche in un minor ricorso alle risorse IT interne all'azienda.
BYOD, sicurezza e mobile data management
A conferma di quanto stia diventando ampio il discorso della mobilità informatica, anche il recente convegno Mobiz Mobility Forum, promosso da IDC Italia (condotto e presentato da Daniela Rao, Director of TLC Research), aveva proprio l'intenzione di approfondire il rapporto che hanno oggi le aziende con la enterprise mobility e qual è l'impatto sulle loro organizzazioni e sui loro asset ICT aziendali. Secondo quanto emerge dalle ultime ricerche IDC, i mobile workers, quelli che trascorrono oltre la metà del tempo fuori da un punto di lavoro fisso, sono in costante crescita: da 5 milioni diventeranno 6 milioni nel 2015. Rientrano in questa categoria commerciali, consulenti, ispettori, installatori e manutentori di impianti, progettisti e costruttori edili, autisti, piloti, controllori ecc., con una percentuale del 39% nelle piccole aziende Probabilmente è anche un po' la crisi ad influenzare il cambiamento, portando le aziende a cercare più flessibilità e più efficienza. Un fenomeno confermato dai numeri: per esempio, oggi in Italia abbiamo circa 100 milioni di SIM, delle quali sono circa 85 milioni quelle attive, ma il 55% di queste, quindi più della metà, sono SIM dati, quindi supportano mobile computer e non applicazioni di telefonia. Come emerso anche nel corso di altri interventi, questo trend porta a varie linee di sviluppo: da un lato si avrà un lavoro sempre più in mobilità e "always on"; dall'altro la sempre maggior disponibilità di mobile device fa crescere le loro stesse possibilità di utilizzo, quindi con l'estensione degli applicativi a tutte le varie terminazioni mobili; ma oltre a tutto questo crescono anche le applicazioni specifiche per la gestione dei terminali, e soprattutto, per la gestione e il controllo dei tantissimi dati che ormai scorrono tra periferia e centro. L'impressione è che quest'ultimo trend sia compreso e messo in pratica ancora per lo più dalle aziende più grandi, ma sta di fatto che l'esigenza di soluzioni di Mobile Data Management cresce di pari passo con la sensibilità e la criticità dei dati che vengono utilizzati per i processi di business in mobilità. Insomma, una volta che il patrimonio informativo comincia a circolare, è chiaro che va curato e protetto come uno qualsiasi, e non certo il meno importante, degli asset aziendali. Il tutto è ulteriormente enfatizzato dal fenomeno della consumerization, che è un altro modo per indicare la diffusione straordinaria di telefonini e tablet PC. Una parola che esprime, con una diversa sfumatura, il concetto stesso del BYOD, ovvero la possibilità di utilizzare il proprio terminale anche per gli usi professionali. In sintesi: oggi la mobilità si sta dilatando a dismisura, non solo per l'utilizzo che si può fare dei terminali, ma anche per la disponibilità di una gamma sempre più ampia di dispositivi stessi. Dispositivi che quindi, se utilizzati per lavoro, portano in qualsiasi punto del globo i dati di proprietà dell'azienda, che quindi diventano vulnerabili di fronte a qualsiasi tipo di attacco. E non parliamo di semplice spam, o di casi estremi di furti di password o accesso a conti bancari, ma di informazioni di diversa natura che, per il solo fatto di arrivare nelle mani sbagliate, diventano pericolose, per questioni di riservatezza o anche solo di opportunità commerciale. Ecco che rispetto a questo scenario di mobilità risultano sempre più importanti aspetti come la sicurezza dei dati, la necessità di gestire i dati che transitano sul dispositivo mobile (mobile data management) e la necessità di gestire i terminali mobili stessi (device management). Con questa complicazione in più, sollevata per esempio da Websense: che la sensibilità sul dato stesso dovrà essere diversa, a seconda che si tratti di un device aziendale, o del proprio telefono o tablet usato per lavorare in modalità BYOD.
Benefici e casi di successo
Torniamo ancora alla ricerca del Politecnico, per vedere quali sono i benefici di un lavoro in mobilità. La ricerca ribadisce concetti già ampiamente noti ai nostri lettori e da tempo portati avanti dai principali produttori di mobile computer professionali, ma con qualche nota in più dovuta alle caratteristiche specifiche dei new tablet: semplicità di utilizzo, maggior portabilità (in particolare rispetto a un notebook), la maggior capacità di visualizzazione (in particolare rispetto ad uno smartphone), la facilità di condivisione delle informazioni e la presenza di una continua connettività. Queste caratteristiche ne fanno strumenti adatti a supportare la quasi totalità delle attività di business svolte in mobilità, preferendo modalità di connessione in "real time" rispetto a quelle di tipo "batch" (al rientro in ufficio, a casa, tra una visita e l'altra ecc.), ancora presenti su altri dispositivi mobili. Da notare: i new tablet rendono ancora più semplice il passaggio dalla carta a una soluzione informatizzata: infatti le dimensioni del dispositivo, spesso paragonabili a quelle di un blocco di appunti, e le modalità di utilizzo, abilitate da schermi sensibili al tocco o dalle apposite penne, consentono di ricostruire una user experience che ricalca fedelmente quella alla quale molti utenti tradizionali sono già abituati.
Analizzando alcuni dei casi presentati dal Politecnico, due di field force automation e due di sales force automation, si possono vedere altri aspetti interessanti. Alcuni benefici sono quelli che conosciamo anche noi da tempo, ma altri vanno molto oltre e derivano dalle specificità del mondo tablet, più che dalla generalità del mondo mobility. E quindi aprono davvero le porte a strumenti diversi, anche per applicazioni professionali. Per esempio, Autoguidovie, società di trasporto pubblico su gomma che opera in Lombardia e in Emilia Romagna, ha adottato una soluzione per la compilazione dei verbali delle sanzioni basata su tablet, in sostituzione della tradizionale modulistica cartacea, che poi andava riportata in sede con un tasso di errori e di ritardi facilmente comprensibile. I benefici ottenuti sono in termini di riduzione del numero di contravvenzioni non pagate e degli errori in fase di compilazione dei verbali, grazie alla pre-compilazione di numerose informazioni. Il tablet serve per sostituire la modulistica cartacea e abilita nuove funzionalità di goreferenziazione e di certificazione dell'identità del cittadino sanzionato, attraverso l'acquisizione dell'immagine del documento di identità. Il payback time è di circa 6 mesi.
Enel, dal canto suo, ha dotato le proprie squadre operative sul territorio di una soluzione di workforce management, basata su tablet; sul campo questi tablet si affiancano ai notebook rugged già in uso, mentre li sostituiscono a bordo veicolo. Il beneficio principale sta nella riduzione del tempo necessario per l'accesso alla fruizione degli applicativi, grazie ad una miglior connettività, fino a -2/3% rispetto alla base oraria lavorativa quotidiana, con un conseguente aumento della produttività. Vi è poi l'aumento dell'utilizzo delle soluzioni in mobilità e la drastica riduzione dei costi di allestimento della flotta. Ma proprio in quanto tale il new tablet serve anche come abilitatore di evoluzioni funzionali della soluzione, come l'introduzione della realtà aumentata (con visualizzazione molto chiara di schemi, istruzioni ecc.) per supportare gli operatori nello svolgimento dei propri interventi.
Pulitalia, società che produce e vende detergenti e macchinari per la pulizia civile e industriale, ha scelto i tablet, in sostituzione dei notebook precedentemente utilizzati, per la raccolta ordini durante le visite ai clienti. I benefici riscontrati: riduzione degli errori in fase di immissione degli ordini (-40%), incremento del numero di visite degli agenti presso i clienti (+33%), e questo grazie al maggior tempo a disposizione grazie all'eliminazione di alcune fasi di lavoro. Il tablet ha avuto il vantaggio di consentire un reale utilizzo in mobilità della soluzione, che prima, su notebook, veniva usata solo al termine della giornata lavorativa, trascrivendo gli ordini presi a penna. Payback time: meno di due mesi.
L'Utensileria Lughese, infine, azienda che vende articoli per la meccanica e l'utensileria, ha introdotto i tablet in sostituzione dei notebook precedenti per l'inserimento degli ordini durante le visite ai clienti, ma soprattutto come soluzione per la consultazione dei cataloghi cartacei. Da notare che i cataloghi di questa azienda arrivavano a pesare insieme circa 75 kg, dato che gli item a magazzino sono circa 300mila. A parte questo aspetto clamoroso di ergonomia d'uso, i benefici sono la riduzione del costo di processo di raccolta ordini (-45%), l'incremento del numero di ordini informatizzati (+16,7%) e l'aumento del valore medio dell'ordine (+14,2%), grazie alla possibilità di sfogliare i cataloghi in modo più efficiente e sempre aggiornato, compresi i dati di giacenza a magazzino. Payback time: 7 mesi.
Altro trend distintivo dell’evoluzione del mercato delle comunicazioni è la continua crescita del traffico dati mobile – è raddoppiato tra il secondo trimestre 2011 e il secondo trimestre 2012 – trainato dai contenuti video fruiti sempre più spesso in mobilità attraverso gli smartphone, che rappresentano il 40% del totale dei telefoni cellulari acquistati nel secondo trimestre 2012.
Dal canto loro i tablet PC seguono a ruota. Secondo le indagini Sirmi sul mercato ICT, circoscritte all'ambito PC client, i tablet sono l'eccezione d'oro in un mercato informatico in calo da tempo. Nel IV trimestre 2011, per esempio, si è riscontrato un sostanziale calo a due cifre, sia in termini di volumi (-19,2%) sia di fatturato (-11,7%); tutte le componenti del comparto decrescono, con il picco negativo registrato dai prodotti Netbook, che subiscono un calo che si avvicina al -70%.
Ma il dato negativo sui Netbook è sempre correlato alla dilagante diffusione dei Tablet, una categoria di prodotti che include sia i Notebook con touchscreen, già presenti in passato, sia i Tablet propriamente detti (o slate). In termini unitari, i Tablet raggiungono una crescita anno su anno che si avvicina al 100%, con 533mila unità consegnate, mentre in termini di fatturato la crescita è dell’85% circa. In complesso nel 2011 sono stati venduti oltre un milione di tablet PC, in crescita del 156% rispetto all'anno precedente.
La tendenza si conferma anche per quest'anno: nel secondo trimestre del 2012, sempre secondo Sirmi, quasi tutte le tipologie di prodotto registrano un trend negativo, fatta eccezione per i Tablet, che consolidano l’andamento positivo con una crescita delle consegne del 90% circa, e per i Notebook Professionali, che crescono, seppure in misura minore (+6%).
Il fatto che tutti noi abbiamo in mano uno smartphone e la stragrande maggioranza di noi un tablet, è molto importante anche in relazione alla mobilità professionale, perché può avere due significati. Primo, che si tende sempre più, come si è sempre fatto dopotutto, a cercare di utilizzare questo tipo di strumenti anche per applicazioni professionali, dove possono offrire dei vantaggi come la facilità d'uso o la velocità della connessione (si vedano in particolare le case history proposte dal Politecnico di Milano).
Secondo, e molto più signifativo, che la mobilità professionale si ispira sempre di più a questi modelli e a queste funzioni, per offrire strumenti che pur soddisfacendo le esigenze tipiche del mondo business (robustezza in primis), siano in grado di incontrare sempre di più i gusti delle persone. L'ultima parte di questo articolo lo dimostra, con le uscite degli ultimi mesi davvero splendide come design e gradevolezza d'aspetto, ma senza sconti sulla robustezza.
Allora da un lato vedremo mobile computer sempre più simili a smartphone o a tablet, dall'altro si assiste ad un successo crescente da parte di certi tablet iperrobusti e di nicchia, presenti da tempo sul mercato, ma che improvvisamente si riscoprono essere "all'ultima moda". Ma non solo per una questione di look: il successo di questi terminali sta anche nel fatto che consentono un'ottimizzazione degli investimenti in software. Nel loro formato standard, infatti, gli applicativi sono tipicamente scritti per lo schermo del PC, ma poi bisogna effettuare un lavoro ulteriore per adattarli allo schermo più piccolo del palmare. Invece, utilizzando uno schermo più grande, qualunque applicativo già esistente in azienda può diventare subito "mobile".
IL MERCATO NEW TABLET & APPS secondo gli Osservatori del Politecnico di Milano
Il Politecnico rivolge il suo sguardo a tutto il mondo della mobilità professionale, e questo probabilmente è il modo giusto di considerare la questione. Tra l'altro, nell'indagine presentata a giugno 2012, "Osservatorio New Tablet & Business Application" (introdotta da Andrea Rangone, autori Paolo A. Catti e Christian Mondini; il report completo è previsto in uscita questo autunno), rientra anche un aspetto importante, che è quello della diffusione delle App e relativi Store, un veicolo importante di coinvolgimento delle persone, siano essi consumatori o professionisti. Ma soprattutto, l'orientamento della ricerca è anche rivolto alla capacità o alla volontà di investimento da parte delle aziende, un punto particolarmente sensibile dato l'attuale scenario di rallentamento economico. Come affermato nell'introduzione alla ricerca distribuita a giugno, non è solo "moda", ma un concreto fenomeno innovativo che impatta anche sulle priorità con cui sono definiti gli investimenti in ICT delle imprese italiane: per circa due CIO su tre le priorità di investimento nelle soluzioni di Mobile Business sono aumentate con l'avvento dei New Tablet; per un CIO su tre la Mobility è una "top priority" già da quest'anno, mentre lo sarà addirittura per uno su due nel prossimo. E anche i budget ICT destinati alla Mobility ne risentono e sembrano immuni dai tagli alla spesa assai diffusi in questo periodo: nel 50% rimarranno costanti, mentre per l'altro 50% sono addirittura previsti in aumento.
Tornando al punto centrale della ricerca, che ha coinvolto oltre 230 CIO di principali aziende italiane, questa ha dato in sintesi i seguenti risultati. Oltre la metà degli intervistati ha già introdotto dispositivi New Tablet; tra coloro che non hanno ancora adottato i New Tablet, la maggioranza si dimostra intenzionata a introdurli. Per quali applicazioni? Ora, in relazione alle figure professionali dotate di dispositivi New Tablet, la Ricerca 2012 conferma quanto già emerso nello studio del Politecnico pubblicato l'anno precedente. Gli Executive & C-Level nella maggioranza dei casi (65%) utilizzano già questi dispositivi (55% nel 2011); il 29% del personale di vendita li utilizza (rispetto al 17% del 2011), e ancora di più è destinato a riceverli nel futuro; tra i manutentori, solo il 13% utilizza un new tablet, un dato previsto in lieve crescita, anche se tuttavia lo stesso numero di CIO rispetto al 2011 ritiene che i new tablet non siano adatti a queste figure professionali. Uguale la situazione dei trasportatori, che li utilizzano poco: solo l'8%, e solo il 19% li riceveranno in futuro, ma anche in questo caso la maggior parte dei CIO non credono che siano lo strumento adatto all'uso. Se consideriamo, invece, gli indici della sostituzione dei tablet su altri strumenti, l'effetto sostituzione nel complesso si è ridotto rispetto al 2011, in particolare per le fasce del personale di vendita, dei manutentori e dei trasportatori, cosa che probabilmente denota una crescita di consapevolezza sull'utilizzabilità di questi strumenti.
Secondo i ricercatori del Politecnico di Milano, insomma, una fascia generosa di Executive & C-Level hanno già o avranno sicuramente un tablet nel proprio parco di device, e questo sarà vero anche per la categoria del personale di vendita. Per quanto riguarda manutentori e trasportatori, l'accelerazione tra 2011 e 2012 risulta meno evidente e questo andamento probabilmente dipende dal fatto che questo tipo di mercato non è in grado di offrire dispositivi capaci di rispondere concretamente alle esigenze di robustezza e usabilità in condizioni di utilizzo "estreme".
La battaglia dei sistemi operativi
Un aspetto particolarmente interessante è quello dei sistemi operativi, per due ragioni, sempre secondo questa fonte: sia per scegliere il dispositivo migliore per i vari utenti, sia per restare aperti al fenomeno del Bring Your Own Device, un fenomeno molto promettente anche come evoluzione nel futuro. Cioè, proprio per rimanere aperte a più possibilità applicative, le aziende sono sempre più disposte ad integrare soluzioni basate su sistemi operativi diversi. La "battaglia dei Sistemi Operativi" sui New Tablet riguarda essenzialmente i seguenti ambienti: iOS di Apple, QNX di RIM-Blackberry, Android di Google e Windows di Microsoft. Sull'evoluzione per i prossimi anni, nota nostra, le opinioni sono innumerevoli; sui vantaggi dei sistemi gli uni rispetto agli altri, apriremmo un mondo troppo vasto per queste pagine. Limitiamo a cercare di capire, in breve, se esistono dei motivi intrinseci per scegliere, per esempio, Windows rispetto ad Android. «Molto semplicemente, Android nasce come concorrente di Windows; è stato scritto da Google per entrare in competizione con Microsoft» ci spiega Walter Roffinoli, di BSS Extend. «Oggi di fatto è il sistema emergente per i dispositivi consumer, e così facendo ha messo in ombra altri sistemi tipici dei piccoli palmari o telefonini, come per esempio Symbian. Oggi tutti gli ambienti professionali scelgono ancora Windows, perché è quello che dà maggiori garanzie soprattutto in termini di portabilità delle applicazioni: se l'utente ha già un applicativo basato su Windows, costerà meno replicarlo su un altro dispositivo Windows, che non riscriverlo in Android. Ad oggi quindi Android non riscuote generalmente l'interesse del mondo industriale; per il futuro, non si può dire in quale direzione evolverà il mercato, ma ad oggi di certo i clienti professionali fanno ancora altri tipi di valutazioni. Vi è solo un'eccezione: il caso in cui si decida comunque di usare un prodotto consumer, proprio per limitare l'investimento iniziale, e provare sul campo una nuova applicazione. In quel caso, se il prodotto serve solo per cominciare a raccogliere determinate informazioni, forse allora conviene avere un'applicazione scritta direttamente su Android. In questo senso Android e i palmari di tipo consumer sono i benvenuti nel nostro mercato, perché sono degli "apri-porta" per applicazioni nuove che prima era difficile anche immaginare. Con il tempo sarà l'utente stesso a capire se il prodotto consumer è quello giusto o se forse è meglio passare a prodotti professionali, che offrono le stesse caratteristiche di leggibilità ed ergonomia, ma con la robustezza necessaria quando si tratta di lavorare».
Bring Your Own Device
Ancora la ricerca del Politecnico offre un quadro dettagliato del paradigma BYOD, uno dei fenomeni più interessanti dei tempi nostri. In pratica questo prevede la possibilità per l'utente di utilizzare, per le proprie attività lavorative, dispositivi mobili che lui stesso ha scelto, acquistandoli autonomamente oppure facendoli comprare dall'azienda. È un fenomeno ancora piuttosto limitato, ma decisamente in crescita, quindi da tenere seriamente in considerazione. In particolare questo fenomeno può essere descritto con diverse accezioni, così sintetizzabili:
- la modalità di scelta del dispositivo: a cura del dipendente o dell'azienda,
- la modalità di acquisto del dispositivo: a cura del dipendente o dell'azienda.
Analizzando in modo congiunto questi due assi emergono quattro modelli di adozione fra loro molto diversi:
- Take Only My Device: la scelta e l'acquisto del dispositivo vengono effettuati direttamente ed esclusivamente dall'azienda.
- Bring Only The Device I Choose for You: il dispositivo è scelto dall'azienda ma è acquistato dal dipendente, con o senza contributo aziendale.
- Choose Your Own Device: il dispositivo è scelto dal dipendente, ma è acquistato dall'azienda. - Bring Your Own Device: il dipendente sceglie e acquista il dispositivo in autonomia.
È evidente che, soprattutto nell'ultimo caso, questa tendenza pone alle aziende delle sfide notevoli innanzitutto in termini di integrazione con il sistema informativo centrale, e subito dopo, in termini di sicurezza dei dati aziendali. Dall'altra parte il beneficio c'è e si può individuare non solo nella maggior produttività da sempre legata comunque al mondo della mobilità informatica, ma anche in un minor ricorso alle risorse IT interne all'azienda.
BYOD, sicurezza e mobile data management
A conferma di quanto stia diventando ampio il discorso della mobilità informatica, anche il recente convegno Mobiz Mobility Forum, promosso da IDC Italia (condotto e presentato da Daniela Rao, Director of TLC Research), aveva proprio l'intenzione di approfondire il rapporto che hanno oggi le aziende con la enterprise mobility e qual è l'impatto sulle loro organizzazioni e sui loro asset ICT aziendali. Secondo quanto emerge dalle ultime ricerche IDC, i mobile workers, quelli che trascorrono oltre la metà del tempo fuori da un punto di lavoro fisso, sono in costante crescita: da 5 milioni diventeranno 6 milioni nel 2015. Rientrano in questa categoria commerciali, consulenti, ispettori, installatori e manutentori di impianti, progettisti e costruttori edili, autisti, piloti, controllori ecc., con una percentuale del 39% nelle piccole aziende Probabilmente è anche un po' la crisi ad influenzare il cambiamento, portando le aziende a cercare più flessibilità e più efficienza. Un fenomeno confermato dai numeri: per esempio, oggi in Italia abbiamo circa 100 milioni di SIM, delle quali sono circa 85 milioni quelle attive, ma il 55% di queste, quindi più della metà, sono SIM dati, quindi supportano mobile computer e non applicazioni di telefonia. Come emerso anche nel corso di altri interventi, questo trend porta a varie linee di sviluppo: da un lato si avrà un lavoro sempre più in mobilità e "always on"; dall'altro la sempre maggior disponibilità di mobile device fa crescere le loro stesse possibilità di utilizzo, quindi con l'estensione degli applicativi a tutte le varie terminazioni mobili; ma oltre a tutto questo crescono anche le applicazioni specifiche per la gestione dei terminali, e soprattutto, per la gestione e il controllo dei tantissimi dati che ormai scorrono tra periferia e centro. L'impressione è che quest'ultimo trend sia compreso e messo in pratica ancora per lo più dalle aziende più grandi, ma sta di fatto che l'esigenza di soluzioni di Mobile Data Management cresce di pari passo con la sensibilità e la criticità dei dati che vengono utilizzati per i processi di business in mobilità. Insomma, una volta che il patrimonio informativo comincia a circolare, è chiaro che va curato e protetto come uno qualsiasi, e non certo il meno importante, degli asset aziendali. Il tutto è ulteriormente enfatizzato dal fenomeno della consumerization, che è un altro modo per indicare la diffusione straordinaria di telefonini e tablet PC. Una parola che esprime, con una diversa sfumatura, il concetto stesso del BYOD, ovvero la possibilità di utilizzare il proprio terminale anche per gli usi professionali. In sintesi: oggi la mobilità si sta dilatando a dismisura, non solo per l'utilizzo che si può fare dei terminali, ma anche per la disponibilità di una gamma sempre più ampia di dispositivi stessi. Dispositivi che quindi, se utilizzati per lavoro, portano in qualsiasi punto del globo i dati di proprietà dell'azienda, che quindi diventano vulnerabili di fronte a qualsiasi tipo di attacco. E non parliamo di semplice spam, o di casi estremi di furti di password o accesso a conti bancari, ma di informazioni di diversa natura che, per il solo fatto di arrivare nelle mani sbagliate, diventano pericolose, per questioni di riservatezza o anche solo di opportunità commerciale. Ecco che rispetto a questo scenario di mobilità risultano sempre più importanti aspetti come la sicurezza dei dati, la necessità di gestire i dati che transitano sul dispositivo mobile (mobile data management) e la necessità di gestire i terminali mobili stessi (device management). Con questa complicazione in più, sollevata per esempio da Websense: che la sensibilità sul dato stesso dovrà essere diversa, a seconda che si tratti di un device aziendale, o del proprio telefono o tablet usato per lavorare in modalità BYOD.
Benefici e casi di successo
Torniamo ancora alla ricerca del Politecnico, per vedere quali sono i benefici di un lavoro in mobilità. La ricerca ribadisce concetti già ampiamente noti ai nostri lettori e da tempo portati avanti dai principali produttori di mobile computer professionali, ma con qualche nota in più dovuta alle caratteristiche specifiche dei new tablet: semplicità di utilizzo, maggior portabilità (in particolare rispetto a un notebook), la maggior capacità di visualizzazione (in particolare rispetto ad uno smartphone), la facilità di condivisione delle informazioni e la presenza di una continua connettività. Queste caratteristiche ne fanno strumenti adatti a supportare la quasi totalità delle attività di business svolte in mobilità, preferendo modalità di connessione in "real time" rispetto a quelle di tipo "batch" (al rientro in ufficio, a casa, tra una visita e l'altra ecc.), ancora presenti su altri dispositivi mobili. Da notare: i new tablet rendono ancora più semplice il passaggio dalla carta a una soluzione informatizzata: infatti le dimensioni del dispositivo, spesso paragonabili a quelle di un blocco di appunti, e le modalità di utilizzo, abilitate da schermi sensibili al tocco o dalle apposite penne, consentono di ricostruire una user experience che ricalca fedelmente quella alla quale molti utenti tradizionali sono già abituati.
Analizzando alcuni dei casi presentati dal Politecnico, due di field force automation e due di sales force automation, si possono vedere altri aspetti interessanti. Alcuni benefici sono quelli che conosciamo anche noi da tempo, ma altri vanno molto oltre e derivano dalle specificità del mondo tablet, più che dalla generalità del mondo mobility. E quindi aprono davvero le porte a strumenti diversi, anche per applicazioni professionali. Per esempio, Autoguidovie, società di trasporto pubblico su gomma che opera in Lombardia e in Emilia Romagna, ha adottato una soluzione per la compilazione dei verbali delle sanzioni basata su tablet, in sostituzione della tradizionale modulistica cartacea, che poi andava riportata in sede con un tasso di errori e di ritardi facilmente comprensibile. I benefici ottenuti sono in termini di riduzione del numero di contravvenzioni non pagate e degli errori in fase di compilazione dei verbali, grazie alla pre-compilazione di numerose informazioni. Il tablet serve per sostituire la modulistica cartacea e abilita nuove funzionalità di goreferenziazione e di certificazione dell'identità del cittadino sanzionato, attraverso l'acquisizione dell'immagine del documento di identità. Il payback time è di circa 6 mesi.
Enel, dal canto suo, ha dotato le proprie squadre operative sul territorio di una soluzione di workforce management, basata su tablet; sul campo questi tablet si affiancano ai notebook rugged già in uso, mentre li sostituiscono a bordo veicolo. Il beneficio principale sta nella riduzione del tempo necessario per l'accesso alla fruizione degli applicativi, grazie ad una miglior connettività, fino a -2/3% rispetto alla base oraria lavorativa quotidiana, con un conseguente aumento della produttività. Vi è poi l'aumento dell'utilizzo delle soluzioni in mobilità e la drastica riduzione dei costi di allestimento della flotta. Ma proprio in quanto tale il new tablet serve anche come abilitatore di evoluzioni funzionali della soluzione, come l'introduzione della realtà aumentata (con visualizzazione molto chiara di schemi, istruzioni ecc.) per supportare gli operatori nello svolgimento dei propri interventi.
Pulitalia, società che produce e vende detergenti e macchinari per la pulizia civile e industriale, ha scelto i tablet, in sostituzione dei notebook precedentemente utilizzati, per la raccolta ordini durante le visite ai clienti. I benefici riscontrati: riduzione degli errori in fase di immissione degli ordini (-40%), incremento del numero di visite degli agenti presso i clienti (+33%), e questo grazie al maggior tempo a disposizione grazie all'eliminazione di alcune fasi di lavoro. Il tablet ha avuto il vantaggio di consentire un reale utilizzo in mobilità della soluzione, che prima, su notebook, veniva usata solo al termine della giornata lavorativa, trascrivendo gli ordini presi a penna. Payback time: meno di due mesi.
L'Utensileria Lughese, infine, azienda che vende articoli per la meccanica e l'utensileria, ha introdotto i tablet in sostituzione dei notebook precedenti per l'inserimento degli ordini durante le visite ai clienti, ma soprattutto come soluzione per la consultazione dei cataloghi cartacei. Da notare che i cataloghi di questa azienda arrivavano a pesare insieme circa 75 kg, dato che gli item a magazzino sono circa 300mila. A parte questo aspetto clamoroso di ergonomia d'uso, i benefici sono la riduzione del costo di processo di raccolta ordini (-45%), l'incremento del numero di ordini informatizzati (+16,7%) e l'aumento del valore medio dell'ordine (+14,2%), grazie alla possibilità di sfogliare i cataloghi in modo più efficiente e sempre aggiornato, compresi i dati di giacenza a magazzino. Payback time: 7 mesi.
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