03-04-2020
Non serve riprendere su queste pagine l’attuale situazione dovuta alla pandemia da Covid-19 e conseguente lockdown in Italia e in altri Paesi. Ma come si può raccontare l'impatto dell'emergenza Covid-19 sull’attività delle aziende del comparto ICT e identificazione? A rispondere in questo momento è Cristian Zanardo, CEO di Toshiba Tec Italia. Lato fornitori, come avete supportato i vostri clienti nell'attuale scenario di emergenza? «In primis li stiamo supportando da un punto di vista finanziario, concedendo dilazioni di pagamento o termini di pagamento più lunghi a quelle aziende che si trovano veramente in difficoltà. Il rischio di rimanere inattivi in questo campo è quello di avere un impoverimento di tutto il canale di vendita indiretto, per via di quelle aziende che non riusciranno a superare questo momento di difficoltà.
Faccio però mio l’invito del Presidente di Confindustria Boccia: chi può paghi, perché se si innesca il meccanismo per il quale tutti per definizione non pagano, il sistema economico è destinato a cadere nella sua totalità.
Abbiamo poi deciso di lanciare un progetto per supportare i nostri rivenditori offrendo loro un percorso formativo fatto di seminari via web che li aiuti a superare questo periodo di forte crisi. La volontà di Toshiba è di porci fianco a fianco dei nostri partner e sostenerli il più possibile. Il primo seminario, che si è tenuto il 1° aprile, era tutto incentrato sulla comprensione e la compliance della nuova normativa emergenziale, al fine di comprendere esattamente cosa e come possiamo fare in questo periodo. Abbiamo invitato i professionisti dello Studio Pirola Pennuto Zei & Associati per aiutarci a dare ai nostri clienti tutte le informazioni in tema di compliance, materia civilistica e giuslavoristica.
I prossimi saranno incontri più incentrati sulla parte business. Daremo suggerimenti su come gestire al meglio il cash-flow, su come lavorare al meglio in modalità smart-working e spunti su nuove iniziative per approcciare un mercato in forte difficoltà e che, riteniamo, cambierà in maniera sostanziale. Basti pensare a quanto prenderà piede in futuro l’attività in smart-working».
Dal punto di vista “interno”, considerando che Toshiba Tec è una grande realtà produttiva, come ha reagito l’azienda alle variazioni nella supply chain, anche a livello di produzione? Avete un piano di risk management o supply chain risk management, e nel caso quanto è cambiato dopo l’insorgere della crisi?
«Come potete immaginare il nostro principale fornitore è Casa Madre Toshiba, le nostre fabbriche sono localizzate in vari Paesi del mondo, si va dal Giappone, Singapore, Cina, Malaysia sino ad arrivare alla Francia, pertanto nonostante le chiusure e i rallentamenti provocati dalla fase acuta dell’infezione in Cina, non abbiamo mai avuto problemi di approvvigionamenti. Devo quindi dire che il Gruppo Toshiba si era già attrezzato per affrontare situazioni di rischio legate alla propria supply chain.
Per prevenire eventuali problemi, comunque, abbiamo aumentato già da gennaio le scorte di materiali sia nel magazzino italiano che presso il nostro magazzino europeo».
Faccio però mio l’invito del Presidente di Confindustria Boccia: chi può paghi, perché se si innesca il meccanismo per il quale tutti per definizione non pagano, il sistema economico è destinato a cadere nella sua totalità.
Abbiamo poi deciso di lanciare un progetto per supportare i nostri rivenditori offrendo loro un percorso formativo fatto di seminari via web che li aiuti a superare questo periodo di forte crisi. La volontà di Toshiba è di porci fianco a fianco dei nostri partner e sostenerli il più possibile. Il primo seminario, che si è tenuto il 1° aprile, era tutto incentrato sulla comprensione e la compliance della nuova normativa emergenziale, al fine di comprendere esattamente cosa e come possiamo fare in questo periodo. Abbiamo invitato i professionisti dello Studio Pirola Pennuto Zei & Associati per aiutarci a dare ai nostri clienti tutte le informazioni in tema di compliance, materia civilistica e giuslavoristica.
I prossimi saranno incontri più incentrati sulla parte business. Daremo suggerimenti su come gestire al meglio il cash-flow, su come lavorare al meglio in modalità smart-working e spunti su nuove iniziative per approcciare un mercato in forte difficoltà e che, riteniamo, cambierà in maniera sostanziale. Basti pensare a quanto prenderà piede in futuro l’attività in smart-working».
Dal punto di vista “interno”, considerando che Toshiba Tec è una grande realtà produttiva, come ha reagito l’azienda alle variazioni nella supply chain, anche a livello di produzione? Avete un piano di risk management o supply chain risk management, e nel caso quanto è cambiato dopo l’insorgere della crisi?
«Come potete immaginare il nostro principale fornitore è Casa Madre Toshiba, le nostre fabbriche sono localizzate in vari Paesi del mondo, si va dal Giappone, Singapore, Cina, Malaysia sino ad arrivare alla Francia, pertanto nonostante le chiusure e i rallentamenti provocati dalla fase acuta dell’infezione in Cina, non abbiamo mai avuto problemi di approvvigionamenti. Devo quindi dire che il Gruppo Toshiba si era già attrezzato per affrontare situazioni di rischio legate alla propria supply chain.
Per prevenire eventuali problemi, comunque, abbiamo aumentato già da gennaio le scorte di materiali sia nel magazzino italiano che presso il nostro magazzino europeo».
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