21-12-2017
Si è appena svolto a Milano il consueto aperitivo natalizio organizzato dal Gruppo Datalogic per salutare i principali partner, clienti, investitori e giornalisti: con tutti costoro il management dell'azienda bolognese ha condiviso progetti e riflessioni fra l'anno che termina e le nuove prospettive per il futuro. Due i punti centrali di questo messaggio: il passaggio da un'organizzazione pur sempre centrata sul prodotto e sulla tecnologia ad una che mette in evidenza le esigenze dei mercati, dunque dei clienti; e una sorta di "terza via" fra modello familiare e organizzazione manageriale, sintetizzata da Romano Volta, fondatore e presidente esecutivo del Gruppo Datalogic.
Per quanto riguarda il primo aspetto, l'ingresso di Valentina Volta come amministratore delegato del Gruppo Datalogic ha coinciso con un cambio radicale di organizzazione, con la riunificazione delle due realtà Datalogic ADC e Datalogic Industrial Automation in una sola azienda e la suddivisione di questa nei quattro mercati di riferimento considerati strategici: factory automation, corrieri/logistica/e-commerce, GDO e sanità. «Considerando l'impatto sull'organizzazione, anche in termini di risorse umane, di ruoli e di progetti, i risultati sono stati molto significativi, con una crescita eccezionale in Cina e ottimi risultati maturati in Usa e in Europa, oltre all'andamento più che positivo del nostro titolo sui mercati azionari» ha commentato Valentina Volta, AD del Gruppo Datalogic. «Per il 2018 abbiamo in programma il rafforzamento delle nostre risorse R&D, con l'inserimento di altri centoventi ingegneri oltre a quelli che abbiamo già inserito quest'anno, oltre naturalmente all'assunzione di nuovo personale di vendita. Con un obiettivo di fondo: diventare i leader nel mondo nel settore AIDC».
Parole di apprezzamento all'operato di Valentina Volta sono state pronunciate da Romano Volta, secondo il quale è essenziale che le tante aziende familiari in Italia, molte delle quali autentiche eccellenze mondiali, sappiano passare dal modello originario ad uno schema manageriale capace di premiare solo i migliori talenti, soprattutto nelle posizioni di leadership, superando con successo il passaggio generazionale. «È ciò che ritengo di avere fatto io quest'anno, affidando il timone dell'azienda alla figura che ritenevo essere la migliore sul mercato». Massimo dei voti sia al liceo e che all'università, dove ha conseguito la laurea in economia con lode, e tre anni di frequenza alla Harvard Business school i principali dati del curriculum scolastico di Valentina Volta; e cinque anni alla Ferrero in posizioni di spicco fra Alba e Bruxelles, dove, secondo il padre, ha maturato quell'occhio al cliente che ha voluto portare anche nella nuova organizzazione di Datalogic. «Certamente l'idea di aver fondato una realtà come Datalogic è per me fonte di soddisfazione, ma il massimo orgoglio è vedere che l'azienda è in grado di andare avanti anche senza di me. Tuttavia» aggiunge Romano Volta «se consideriamo l'azienda come "bene comune", ritengo anche che gli altri membri della famiglia siano quelli meglio in grado di realizzare le sue aspettative». Per Romano Volta dunque doppia soddisfazione se consideriamo che, oltre a Valentina, anche Filippo Volta è entrato da qualche anno a far parte dell'organico.
Parole di apprezzamento all'operato di Valentina Volta sono state pronunciate da Romano Volta, secondo il quale è essenziale che le tante aziende familiari in Italia, molte delle quali autentiche eccellenze mondiali, sappiano passare dal modello originario ad uno schema manageriale capace di premiare solo i migliori talenti, soprattutto nelle posizioni di leadership, superando con successo il passaggio generazionale. «È ciò che ritengo di avere fatto io quest'anno, affidando il timone dell'azienda alla figura che ritenevo essere la migliore sul mercato». Massimo dei voti sia al liceo e che all'università, dove ha conseguito la laurea in economia con lode, e tre anni di frequenza alla Harvard Business school i principali dati del curriculum scolastico di Valentina Volta; e cinque anni alla Ferrero in posizioni di spicco fra Alba e Bruxelles, dove, secondo il padre, ha maturato quell'occhio al cliente che ha voluto portare anche nella nuova organizzazione di Datalogic. «Certamente l'idea di aver fondato una realtà come Datalogic è per me fonte di soddisfazione, ma il massimo orgoglio è vedere che l'azienda è in grado di andare avanti anche senza di me. Tuttavia» aggiunge Romano Volta «se consideriamo l'azienda come "bene comune", ritengo anche che gli altri membri della famiglia siano quelli meglio in grado di realizzare le sue aspettative». Per Romano Volta dunque doppia soddisfazione se consideriamo che, oltre a Valentina, anche Filippo Volta è entrato da qualche anno a far parte dell'organico.