Michela Del Pizzo
Una sfilata di stimoli, esperienze e progetti concreti sulla supply chain della moda e del lusso. La IV edizione di Trace ID Fashion appena svoltasi a Milano ha superato le attese e, con oltre 130 presenze in sala e i suoi relatori di prestigio del mondo accademico e industriale, conferma la validità dell’evento organizzato da Editrice TeM, regalando ancora una volta un’importante occasione di confronto e approfondimento sulle attuali sfide del settore e su come affrontarle attraverso le giuste soluzioni, sia tecnologiche che logistiche.
Il Trace ID Fashion è ormai “un appuntamento stabile”, come lo definisce in apertura dei lavori il chairman Massimo Merlino, direttore editoriale di Logistica Management e docente di Finanza per l'Innovazione Ingegneria Gestionale, Università della Repubblica di San Marino, perché è proprio la moda a presentare ancora oggi enormi problematiche sul versante della gestione dei processi logistici, nonostante sia una delle filiera che risponde più prontamente agli stimoli prodotti dalle nuove tecnologie e tendenze di mercato.
Il primo relatore della mattinata è stato Alessandro Brun, professore associato presso il Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano, salito sul palco con l’intenzione di «porre problemi e lanciare provocazioni», sottolineando lo spirito di questa quarta edizione: stimolare le aziende a fare meglio, osando di più. In questo, il pubblico è stato subito coinvolto attraverso un sondaggio in tempo reale, attraverso il quale si veniva invitati a definire, con un solo vocabolo, la principale sfida riscontrata oggi nella propria azienda. Le risposte hanno dato vita in pochi secondi ad una tag cloud in cui la grandezza delle parole “dati, visibilità, assortimento e servizio” rispetto ad altre comunque interessanti, quali ad esempio “innovazione, sicurezza e organizzazione”, ha messo subito in evidenza l'urgenza di un miglior controllo delle operations, sfruttando la potenza delle nuove tecnologie, come il cloud computing o i big data.
Successivamente, il professor Brun ha definito l’attuale scenario del mercato del lusso attraverso le sue caratteristiche attuali (trading up, style symbol, personalizzazione estrema del prodotto, influenza del digital, ecc.), soffermandosi poi sullo studio di trend e pratiche emergenti legati alla gestione dei canali distributivi. La prima deriva dalla sempre più crescente complessità della catena distributiva, che va affrontata con una supply chain in grado di anticipare i cambiamenti e diventare la soluzione ai problemi e la generatrice di opportunità anziché creatrice di ostacoli. Inoltre, andrebbero ripensate sia la gestione degli ordini, ad esempio dando maggiore peso alla supply chian nei processi di pianificazione, sia la gestione del rischio, visto che spesso gli impatti delle disruption (interne ed esterne) vengono largamente sottostimati se non addirittura non misurati.
La tecnologia che tiene in forma
Il primo case business della giornata è stato presentato da Laurent Antonioli, Operations Director di Manifattura Mario Colombo & C., società meglio nota come Colmar, specializzata in abbigliamento sportivo di qualità, grazie soprattutto alla particolare attenzione alle tecnologie applicate ai tessuti, per prestazioni ancora più elevate. La produzione di Colmar è concentrata in prevalenza nei paesi del Far East (70%) e del Mediterraneo (30%), mentre internamente resta la progettazione dei modelli e lo sviluppo delle materie prime che dovranno essere acquistate dai fornitori per restituire poi il prodotto finito. Inoltre, la supply chain di Colmar è caratterizzata da una produzione a grossi lotti concentrata tra aprile e giugno ed una elevata movimentazione della merce, fino a poco tempo fa difficile da tracciare. Un’inefficienza che costava all’azienda diverse migliaia di dollari l’anno.
In collaborazione con Sait, azienda con una forte competenza in soluzioni software, di identificazione automatica e telecomunicazioni wireless, Colmar ha rivisto i propri processi logistici adottando la tecnologia RFID per tracciare ogni singolo capo lungo la filiera ed ottenere la lettura massiva della merce in fase di ricevimento e spedizione, automatizzando inoltre i processi di conta e verifica dei capi in entrata e, al contempo, supportando le operazioni di packing e spedizione in uscita. Oltre ai tag RFID, presso il centro di smistamento di Monza, Sait ha installato per il cliente anche due varchi per la lettura dei capi appesi e un tunnel per la lettura dei capi stesi. Ad oggi sono circa 10.000 i capi identificati ogni giorno e il prossimo passo sarà estendere tale tecnologia non solo a monte della catena di fornitura, ma anche al retail per svolgere funzioni quotidiane (ricevimento massivo dei capi, operazioni di cassa, antitaccheggio, ecc.) e attività di replenishment, inventory confidence e asset tracking.
Restando ancora nel segmento dell'abbigliamento sportivo, Ugo Mastracchio, Sales Engineer Manager Zebra Technologies Italy ha invece parlato del caso Cisalfa, realtà italiana di abbigliamento sportivo presente in Italia con 135 negozi che ha recentemente rivisto le proprie strategie riguardo ai punti vendita al fine di massimizzare il tempo di customer facing nel reparto calzature e rendere più produttivo il sales assistant. Come? Affidandosi ad un partner come Zebra Technologies che ha fornito uno speciale lettore di codici a barre, il modello SB1 realizzato da Motorola, dalle sembianze di uno smart badge, dotato di touch display e gestibile anche da remoto.
L'SB1 rappresenta una nuova categoria di dispositivi mobili che include tutte le funzioni necessarie agli addetti alle vendite per offrire la migliore esperienza al cliente, con la connettività necessaria per mantenerli costantemente produttivi, in ogni momento della giornata. In estrema sintesi, tali badge consentono di: accedere a un elenco di attività personalizzato; accettare le attività e confermare il relativo completamento; effettuare la scansione di un codice a barre per controllare il prezzo e l'inventario; e collegarsi tramite la funzione Push To Talk (PTT) con altri lavoratori dotati di altri dispositivi PTT nel punto vendita. Ne risulta una forza lavoro efficiente e sempre collegata in grado di accedere alle persone o alle informazioni necessarie in qualsiasi momento per massimizzare la produttività e superare le aspettative dei clienti a ogni visita. SB1 permette oggi al gruppo Cisalfa di verificare le giacenze presenti in tutto il canale (sia fisico che online), fare l’inventario in pochi istanti e ripristinare il venduto per il riallestimento dello store a fine giornata.
Tante mode, un unico linguaggio
Ospite per la terza volta al Trace ID Fashion, Piero De Sabbata di ENEA si è fatto portavoce degli aggiornamenti dell'iniziativa eBIZ, un documento guida di specifiche corredato da ulteriori risorse di supporto scaricabili dal sito www.ebiz-tcf.eu. Non è dunque un pacchetto software come erroneamente si potrebbe pensare, ma semplicemente un insieme di specifiche e risorse pubbliche, basate su linguaggio XML e coordinate da ENEA. Dal suo lancio ufficiale, eBIZ ha prodotto un linguaggio digitale riconosciuto nel 2013 dal CEN, l'ente europeo di standardizzazione, che ne ha sostenuto l'uso in 180 aziende e ne promuove lo sviluppo e la diffusione internazionale oltre le aziende attualmente utilizzatrici, ad oggi oltre 400. Dal 2008, eBIZ promuove l'adozione di un linguaggio comune nelle filiere del tessile-abbigliamento e calzatura, con l'obiettivo di raggiungere l'interoperabilità dei sistemi informatici per rimuovere le barriere alla integrazione operativa delle aziende del settore.
Come sottolineato da De Sabbata, il 30-40% dei costi legati ai progetti di integrazione deriva dalle attività di analisi dei dati, durante le quali ci si scontra con problemi di non interoperatibilità dei sistemi, a discapito della qualità delle informazioni. Adottando invece degli standard comuni all'intera filiera, tali costi potrebbero essere facilmente abbattuti, guadagnando in rapidità e qualità dello scambio dati tra i vari attori della filiera. Tra le ultime evoluzioni dell'iniziativa, c'è allo studio un progetto sull'alimentazione di un portale di eCommerce attraverso il linguaggio eBIZ. Distribuzione globale: due approcci differenti
Il gruppo Benetton ha avviato un percorso di radicale trasformazione della propria supply chain, funzionale ad un nuovo modello commerciale, multichannel e centrato sul consumatore.A parlarne al Trace ID Fashion è stato Daniele Fregnan, Global Logistics director di Benetton Group, azienda d'eccezione del tessuto industriale italiano che ha saputo trarre vantaggio dalla sinergia tra processi logistici e nuove tecnologie, riorganizzando non solo i propri flussi interni, ma l'intera supply chain attraverso il progetto “Control Tower End-to-End Supply Chain Visibility”, realizzato grazie al supporto del partner tecnologico Tesisquare. Adottando questa soluzione, la funzione logistica può controllare la supply chain da un unico punto di visibilità, integrando la prospettiva a monte (fornitori), con quella a valle, rappresentata da clienti e punti vendita. Il tradizionale modello distributivo che ha caratterizzato Benetton per decenni, quello di tipo "wholesale", è stato sostituito via via da un approccio multicanale che conferisce pari importanza anche alle realtà retail e franchising, con l'indispensabile apporto dell'eCommerce. Protagonista assoluto il consumatore finale, in una logica di tipo "pull", nella quale le richieste del mercato si intrecciano, in un dialogo continuo e vitale, con la velocità di risposta, l'ampiezza della gamma offerta, l'attenzione alla qualità del prodotto.
La Control Tower di Tesisquare consente al cliente di gestire in modo fluido una supply chain davvero molto complessa, attraverso un approccio collaborativo che mette in evidenza la profonda interdipendenza fra le varie fasi del processo e l'indispensabile contributo di ciascun attore.
“Dall’outsourcing alla partnership strategica nel comparto moda” è stato il titolo della presentazione che ha concluso la giornata dei lavori, a cura di Massimo Degiorgi, business development director Consumer, Fashion&Retail DHL Supply Chain Italy. Secondo Degiorgi, in un contesto sempre più globalizzato, la sfida del settore moda è quella di restare “artigianale” nella qualità, ma “globale” nella distribuzione. Sfida impossibile da vincersi se non si passa dal concetto di terziarizzazione ad un concetto di partnership strategica, affidandosi ad un provider integrato worldwide che permette di attraversare la supply chain nei tempi attesi, integrando le attività di: tracciabilità informatica su tutto il flusso; gestione del magazzino doganale / fiscale; controllo qualità su tessuti e capi finiti, nonché ricondizionamento dei capi (etichettatura, imbustatura, messa in gruccia, stiro); gestione del Retail (allestimento degli scaffali nei negozi) e, non meno importante, del canale eCommerce globale (fino all’operatore in divisa che consegna fisicamente il pacco al cliente finale). Ciononostante, la gestione della supply chain ha in se una molteplicità di rischi che già con una visione locale mettono a dura prova le organizzazioni e molto spesso diventano un freno al cambiamento ed alla crescita (ad esempio: scioperi, scarso controllo delle informazioni, pochi investimenti, ecc.). Per gestire tutte queste variabili, l’outsourcing non può che rafforzare la sua finalità strategica per garantire alle aziende di concentrarsi sulla loro attività, senza per questo togliere qualità e risorse alla logistica e trasporti.
Oltre ad un'agenda di rilievo, il format del Trace ID Fashion deve il suo successo anche alla parte espositiva dove gli sponsor – DHL, Sait, Tesisquare e Zebra, in veste di silver sponsor, oltre a Dürkopp e XPO Logistics, i due bronze sponsor dell'evento – hanno avuto diversi momenti di networking con i visitatori, durante i quali presentare i propri servizi e soluzioni. Come nel caso di Dürkopp, specializzato nella fornitura di soluzioni per l'intralogistica per l’industria del fashion, che annovera tra i propri clienti importanti aziende del settore. Come ad esempio il gruppo Leineweber, conosciuto per il marchio Brax, che ha recentemente adottato un sistema automatico con adattatori Dürkopp per garantire una capacità di stoccaggio a pieno carico nella nuova sede di Herford, sviluppata su quattro piani con alta densità di imballaggio e veloce accesso alle merci. Grazie a Dürkopp, i pantaloni di alta qualità vengono trasferiti dall’edificio attiguo al piano terra; qui avviene l’unione con l’adattatore e il suo trasponder e quindi il successivo trasporto a uno dei piani superiori del magazzino. Qui si trovano i Pick Rotor in cui i pantaloni sono stoccati con alta densità fino alla chiamata successiva. Con un flusso di smistamento di 60 minuti, l’azienda ha accesso a ogni singolo pantalone. Le merci in uscita dal magazzino vengono trasportate di nuovo al piano terra, qui vengono sequenziate automaticamente e, quindi, imballate.
XPO Logistics (ex Norbert Dentressangle) è invece tra i primi dieci provider mondiali di soluzioni innovative per la supply chain, con un’offerta d’avanguardia che poggia su 38 siti in Italia e 2 nella Svizzera Italiana, circa 680.000 mq di area di deposito per la logistica contrattuale e 2.800 dipendenti diretti ed indiretti. La società offre soluzioni complete per la logistica, inclusa la gestione dell’eCommerce, servizi ad alto valore aggiunto e depositi doganali, il trasporto ed il global forwarding. L’azienda serve più di 50.000 clienti in tutto il mondo, con una rete altamente integrata che conta oltre 84.000 dipendenti, operanti in 1.469 sedi in 32 paesi. Dopo aver illustrato i contenuti che hanno caratterizzato questa quinta edizione, un ringraziamento finale va al pubblico e ai relatori di Trace ID Fashion, composto come ad ogni edizione da esperti di settore ma soprattutto da aziende top player del fashion&luxury, realtà che puntano al cambiamento e all'innovazione per far sì che il made in Italy continui ad essere sinonimo di unicità e qualità artigianale inimitabili nel mondo.
Le presentazioni del convegno saranno disponibili a breve sul sito www.trace-id.eu