31-10-2019
Negli ospedali e ambienti sanitari in generale, i dati si generano e si sfruttano in un circolo sempre più complesso, ma che può essere anche molto virtuoso. La presenza sempre più massiccia di dispositivi medici avanzati per la gestione clinica, unita alla diffusione di strumenti informatici dentro e fuori l’ospedale, diventano infatti un potente generatore di dati, che possono essere sfruttati in modo nuovo per ottenere una sempre maggior qualità della cura. Come si muovono gli attori delle nuove tecnologie, ad esempio software house e integratori di sistema, in questo settore? Per Antares Vision, ad esempio, la tracciabilità e la serializzazione sono le fondamenta sulle quali costruire nuovi edifici, pensati per “chiudere il cerchio” delle informazioni fino a comprendere la fase più cruciale, quella dell’assunzione da parte del paziente. Con quali benefici per quest'ultimo? «I vantaggi possibili sarebbero consistenti, in quanto comprendono innanzitutto una maggior sicurezza per il paziente, la riduzione degli errori nella somministrazione dei farmaci, l’eliminazione dello spreco di farmaci grazie ad un costante controllo delle date di scadenza, la possibilità di acquisire digitalmente i parametri fisiologici del paziente generando nuovi dati necessari alla valutazione del suo comportamento durante la terapia, oltre ad un maggior controllo in generale dell’attività del reparto» risponde Andrea Piovanelli, Product Manager in Antares Vision S.p.A. Ne emerge un quadro nel quale viene incrementata l’efficienza complessiva del reparto, grazie ad una miglior gestione dei costi, e aumentano nel tempo le opportunità di miglioramento a livello clinico, grazie ad una miglior conoscenza dei processi stessi.
Raccolta dei dati alla base della tracciabilità
La sanità diventa sempre più digitale: la tendenza verso la digitalizzazione dell’ecosistema healthcare è un fenomeno evidente, in forte sviluppo, e supportato da svariate applicazioni tecnologiche, dalla cartella clinica elettronica (o DSE - Dossier Sanitario Elettronico) alla gestione avanzata dei dati relativi ai pazienti. Concetti innovativi come l’utilizzo di tecnologie big data, IA (Intelligenza Artificiale) e predictive analytics cominciano ad essere una prospettiva reale anche negli ambienti sanitari. «A fronte di questo scenario, è necessario avere dei dispositivi digitali in grado di acquisire il dato con affidabilità, di effettuare localmente una prima elaborazione e di trasferirlo in modalità wireless o cablata al database sul quale avverrà la sua gestione successiva e l’archiviazione» spiega Alberto Ballestra, Industry Marketing Sr. Manager Healthcare di Datalogic. Fra le parole nuove che risultano sempre più strategiche anche in sanità, possiamo citare Internet of Things, Blockchain e soprattutto “cognitive enterprise”: «La cognitive enterprise è quella che sa seguire tutto il percorso del dato, costruendo su questo asset i suoi servizi tecnologici e di business» ci spiega Pietro Lanza, General Manager di Intesa (Gruppo IBM). «Più in particolare, possiamo vedere i dati come la risorsa principale, con le relative possibilità di analisi (big data, analytics…); al di sopra di questi o meglio sulla base di questi si costruisce tutto il mondo dell’intelligenza artificiale – che a casa IBM si chiama Watson - e della Blockchain, entrambe strettamente connesse a un concetto di Internet of Things avanzato. Stabilito questo collegamento l’azienda può diventare “cognitiva”, ovvero acquistare quella visibilità, quella trasparenza diretta sui processi, che consente di migliorare quelli esistenti e di introdurne di nuovi, con effetti positivi concreti sulla fluidità della sua supply chain». Quali possibili applicazioni vedete nel mondo farmaceutico e soprattutto in quello sanitario? «Abbiamo avviato con case farmaceutiche diversi progetti innovativi, che intendono tradurre in pratica proprio i concetti esposti sopra: una tracciabilità completa del percorso logistico dal produttore fino alla farmacia o all'ospedale, alimentata da moduli IoT e Blockchain capaci di generare informazioni e abilitare livelli di servizio molto più accurati rispetto a quanto possibile attualmente». Può farci degli esempi? «Un esempio molto concreto è quello delle condizioni di conservazione dei farmaci lungo il trasporto. Ad oggi, di norma si raccolgono i dati di temperatura a campione, su alcuni box o pallet, mediante sensori che poi dovranno essere reinviati alla casa farmaceutica per lo scarico e l’analisi delle informazioni: un processo che risulta incompleto e soprattutto intempestivo. Nella piattaforma che abbiamo allo studio, le informazioni sulla qualità del trasporto possono essere raccolte su tutti i prodotti e circolare in tempo reale, abilitando così una serie di azioni immediate che non comportano solo una corretta relazione con i propri fornitori di trasporto, ma anche e soprattutto una maggior qualità della cura per il paziente, dato che un farmaco non correttamente trasportato o gestito può essere fermato prima della somministrazione. Di più: tutto questo potrebbe essere regolato automaticamente mediante smart contract, il “braccio armato” della Blockchain».
Un approccio intelligente ai dati
Le singole tecnologie però, per quanto avanzate, non sono tutto: è importante considerare anche il quadro complessivo nel quale esse si collocano, per far sì che i dati raccolti siano sempre portatori di significato. «La parte più importante del lavoro secondo noi è quella immateriale: l’intelligenza con cui si gestisce il processo logistico o il flusso dei materiali nel suo insieme» chiarisce infatti Matteo Tiberi, Sales Director di Kronosan. «Diciamo che ogni azione all’interno dell’ospedale nasce da dati e genera dati. Si ricoverano pazienti, si acquistano materiali, si utilizzano questi stessi materiali in attività che riguardano i pazienti: il punto secondo noi sta nel saper collegare queste informazioni. Da questa visione trasversale nasce la vera efficienza». Per Kronosan, dunque, i dati sono la principale materia prima da sfruttare per generare un’intelligenza distribuita e una gestione completa della logistica in grado di aumentare realmente l’efficienza della struttura.
E per la struttura sanitaria, come si profilano i vantaggi? «In modo molto consistente» risponde Matteo Tiberi. «Innanzitutto l’allocazione precisa di ciascuna attività clinica su ogni paziente è la base per una corretta gestione del rischio clinico, prioritaria rispetto a qualsiasi attrezzatura tecnologica che non sarà mai in grado di risalire in modo altrettanto sicuro a questa mappatura. Inoltre, dal punto di vista economico i casi di studio che abbiamo realizzato evidenziano regolarmente un continuo risparmio di costi, anno su anno, anche quando accompagnato all’aumento della produzione sanitaria, con un ritorno sull’investimento che normalmente si ripaga entro l’anno. Diciamo che si può andare da un 5% per una struttura già dotata di una buona organizzazione interna, per superare facilmente il 30% in contesti più tradizionali. Alla base c’è il software di Supply Chain Management che abbiamo sviluppato insieme ad un partner tecnico e realizzato secondo le nostre esigenze. In questa architettura entrano tutte le informazioni che si generano nell’attività clinica; da questo datawarehouse è possibile attingere alle stesse informazioni da tutti i punti di vista possibili, aggregate per paziente, per farmaco, materiale, dispositivo, per operatore (dirigente, clinico, amministrativo...), per struttura, per prestazione e così via. In questo modo, possiamo allocare su ciascun singolo paziente oltre il 95% dei costi».
Ma non è troppo presto per parlare di argomenti così innovativi nella sanità italiana? «Per nulla» conclude Pietro Lanza. «Ricordiamoci che stiamo parlando di una rivoluzione industriale che, in quanto tale, è ineludibile: si potrà discutere quando, ma non più se. E anche per la sanità è il momento di accedere a un mondo più trasparente ed efficiente, alimentato da un fiume tecnologico che consente di realizzare efficacemente questi obiettivi».
Di queste tematiche si parlerà il 7 novembre a Milano alla Tavola Rotonda del pomeriggio, nell’ambito della giornata di incontro dal titolo “L’efficienza della gestione dei processi sanitari”. In evidenza temi come la tracciabilità, la gestione della dose unitaria e i suoi benefici dal punto di vista del paziente e dell’organizzazione, e in generale tutte le possibilità offerte dalle nuove tecnologie di raccolta e gestione dei dati per il miglioramento dei processi clinici.
Raccolta dei dati alla base della tracciabilità
La sanità diventa sempre più digitale: la tendenza verso la digitalizzazione dell’ecosistema healthcare è un fenomeno evidente, in forte sviluppo, e supportato da svariate applicazioni tecnologiche, dalla cartella clinica elettronica (o DSE - Dossier Sanitario Elettronico) alla gestione avanzata dei dati relativi ai pazienti. Concetti innovativi come l’utilizzo di tecnologie big data, IA (Intelligenza Artificiale) e predictive analytics cominciano ad essere una prospettiva reale anche negli ambienti sanitari. «A fronte di questo scenario, è necessario avere dei dispositivi digitali in grado di acquisire il dato con affidabilità, di effettuare localmente una prima elaborazione e di trasferirlo in modalità wireless o cablata al database sul quale avverrà la sua gestione successiva e l’archiviazione» spiega Alberto Ballestra, Industry Marketing Sr. Manager Healthcare di Datalogic. Fra le parole nuove che risultano sempre più strategiche anche in sanità, possiamo citare Internet of Things, Blockchain e soprattutto “cognitive enterprise”: «La cognitive enterprise è quella che sa seguire tutto il percorso del dato, costruendo su questo asset i suoi servizi tecnologici e di business» ci spiega Pietro Lanza, General Manager di Intesa (Gruppo IBM). «Più in particolare, possiamo vedere i dati come la risorsa principale, con le relative possibilità di analisi (big data, analytics…); al di sopra di questi o meglio sulla base di questi si costruisce tutto il mondo dell’intelligenza artificiale – che a casa IBM si chiama Watson - e della Blockchain, entrambe strettamente connesse a un concetto di Internet of Things avanzato. Stabilito questo collegamento l’azienda può diventare “cognitiva”, ovvero acquistare quella visibilità, quella trasparenza diretta sui processi, che consente di migliorare quelli esistenti e di introdurne di nuovi, con effetti positivi concreti sulla fluidità della sua supply chain». Quali possibili applicazioni vedete nel mondo farmaceutico e soprattutto in quello sanitario? «Abbiamo avviato con case farmaceutiche diversi progetti innovativi, che intendono tradurre in pratica proprio i concetti esposti sopra: una tracciabilità completa del percorso logistico dal produttore fino alla farmacia o all'ospedale, alimentata da moduli IoT e Blockchain capaci di generare informazioni e abilitare livelli di servizio molto più accurati rispetto a quanto possibile attualmente». Può farci degli esempi? «Un esempio molto concreto è quello delle condizioni di conservazione dei farmaci lungo il trasporto. Ad oggi, di norma si raccolgono i dati di temperatura a campione, su alcuni box o pallet, mediante sensori che poi dovranno essere reinviati alla casa farmaceutica per lo scarico e l’analisi delle informazioni: un processo che risulta incompleto e soprattutto intempestivo. Nella piattaforma che abbiamo allo studio, le informazioni sulla qualità del trasporto possono essere raccolte su tutti i prodotti e circolare in tempo reale, abilitando così una serie di azioni immediate che non comportano solo una corretta relazione con i propri fornitori di trasporto, ma anche e soprattutto una maggior qualità della cura per il paziente, dato che un farmaco non correttamente trasportato o gestito può essere fermato prima della somministrazione. Di più: tutto questo potrebbe essere regolato automaticamente mediante smart contract, il “braccio armato” della Blockchain».
Un approccio intelligente ai dati
Le singole tecnologie però, per quanto avanzate, non sono tutto: è importante considerare anche il quadro complessivo nel quale esse si collocano, per far sì che i dati raccolti siano sempre portatori di significato. «La parte più importante del lavoro secondo noi è quella immateriale: l’intelligenza con cui si gestisce il processo logistico o il flusso dei materiali nel suo insieme» chiarisce infatti Matteo Tiberi, Sales Director di Kronosan. «Diciamo che ogni azione all’interno dell’ospedale nasce da dati e genera dati. Si ricoverano pazienti, si acquistano materiali, si utilizzano questi stessi materiali in attività che riguardano i pazienti: il punto secondo noi sta nel saper collegare queste informazioni. Da questa visione trasversale nasce la vera efficienza». Per Kronosan, dunque, i dati sono la principale materia prima da sfruttare per generare un’intelligenza distribuita e una gestione completa della logistica in grado di aumentare realmente l’efficienza della struttura.
E per la struttura sanitaria, come si profilano i vantaggi? «In modo molto consistente» risponde Matteo Tiberi. «Innanzitutto l’allocazione precisa di ciascuna attività clinica su ogni paziente è la base per una corretta gestione del rischio clinico, prioritaria rispetto a qualsiasi attrezzatura tecnologica che non sarà mai in grado di risalire in modo altrettanto sicuro a questa mappatura. Inoltre, dal punto di vista economico i casi di studio che abbiamo realizzato evidenziano regolarmente un continuo risparmio di costi, anno su anno, anche quando accompagnato all’aumento della produzione sanitaria, con un ritorno sull’investimento che normalmente si ripaga entro l’anno. Diciamo che si può andare da un 5% per una struttura già dotata di una buona organizzazione interna, per superare facilmente il 30% in contesti più tradizionali. Alla base c’è il software di Supply Chain Management che abbiamo sviluppato insieme ad un partner tecnico e realizzato secondo le nostre esigenze. In questa architettura entrano tutte le informazioni che si generano nell’attività clinica; da questo datawarehouse è possibile attingere alle stesse informazioni da tutti i punti di vista possibili, aggregate per paziente, per farmaco, materiale, dispositivo, per operatore (dirigente, clinico, amministrativo...), per struttura, per prestazione e così via. In questo modo, possiamo allocare su ciascun singolo paziente oltre il 95% dei costi».
Ma non è troppo presto per parlare di argomenti così innovativi nella sanità italiana? «Per nulla» conclude Pietro Lanza. «Ricordiamoci che stiamo parlando di una rivoluzione industriale che, in quanto tale, è ineludibile: si potrà discutere quando, ma non più se. E anche per la sanità è il momento di accedere a un mondo più trasparente ed efficiente, alimentato da un fiume tecnologico che consente di realizzare efficacemente questi obiettivi».
Di queste tematiche si parlerà il 7 novembre a Milano alla Tavola Rotonda del pomeriggio, nell’ambito della giornata di incontro dal titolo “L’efficienza della gestione dei processi sanitari”. In evidenza temi come la tracciabilità, la gestione della dose unitaria e i suoi benefici dal punto di vista del paziente e dell’organizzazione, e in generale tutte le possibilità offerte dalle nuove tecnologie di raccolta e gestione dei dati per il miglioramento dei processi clinici.
L’efficienza della gestione dei processi sanitari - X edizione
Milano, 7 novembre 2019
Organizzato da Editrice Temi – Impresa Sanità – Logistica Management
n collaborazione con il Consorzio Dafne
Partecipazione gratuita previa registrazione
L’agenda dell’evento
Il sito dell’evento
Milano, 7 novembre 2019
Organizzato da Editrice Temi – Impresa Sanità – Logistica Management
n collaborazione con il Consorzio Dafne
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